Abrogata la normativa sui voucher: quali possibili soluzioni?
Con una velocità da record il Consiglio dei Ministri, così da poter scongiurare la consultazione referendaria prevista per maggio, lo scorso 17 marzo ha approvato il D.L. n. 25 che poi, sempre il 17 marzo, è stato anche pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Il D.L. n. 25/2017 ha abolito la normativa sull’impiego dei voucher da parte di privati, professionisti e imprese.
Ricordiamo che la normativa riguardante l’utilizzo dei voucher, è stata più volte rimaneggiata proprio per evitare che questa soluzione di rapporto lavorativo prettamente accessorio di cui agli articoli 48-50 del D.lgs. n. 81/2015, potesse costituire un escamotage per i rapporti di lavoro tutt’altro che saltuari e occasionali.
Vista la velocità con cui tutto è stato deciso, si è reso necessario regolamentare un regime transitorio: fino al 31 dicembre 2017 saranno utilizzabili i voucher già acquistati al 17 marzo 2017, data di entrata in vigore del D.L. n. 25/2017.
Anche nel regime transitorio rimarrà in vigore la disciplina che riguardava gli obblighi posti a carico del committente di attivazione dei buoni lavoro e di comunicazione preventiva delle prestazioni.
Giustamente molto è stato detto e scritto sul fatto se il referendum popolare in programma per maggio potesse costituire un rischio tale da giustificare un caso straordinario di necessità e urgenza tale da permettere l’adozione di un Decreto legge da parte del Governo come previsto dall’articolo 77 della Costituzione.
Di certo la velocità con cui si è messo fine all’impiego dei voucher tramite l’adozione del D.L. n. 25/2017 al fine di scongiurare una consultazione popolare, anche a pensiero dello scrivente risulta eccessiva proprio per il fatto che l’impiego del voucher è servito a regolare una serie di attività di lavoro sostanzialmente occasionale, garantendo una seppur minima copertura assicurativa.
Il problema principale che si pone oggi, resta nel capire come regolare contrattualmente quelle posizioni lavorative che precedentemente erano inquadrate tramite l’utilizzo dei voucher.
Di certo possiamo affermare che l’impiego di contratti che hanno ad oggetto prestazioni occasionali, non potrà sostituire i voucher proprio perché prevede il requisito della piena autonomia.
La normativa dei voucher è stata abolita e un’alternativa plausibile può essere rappresentata dal contratto di lavoro a chiamata.
Infatti, il lavoro a chiamata permette la possibilità di un lavoro intermittente a cui si alternano fasi di effettiva prestazione lavorativa a fasi di attesa di chiamata da parte del datore di lavoro.
L’intenzione prospettata dal Governo è quella di regolamentare in tempi brevi uno strumento ad hoc per il lavoro saltuario ed occasionale, allineandosi con quanto accade negli altri Paesi europei.
di Francesco Burzacchi
(tratto dal Quaderno settimanale per abbonarti clicca qui)